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Adamo ed Eva e il loro amico Boxer

Tratto da LE BOXER - Editions F.X. Le Roux & C.ie - Strasbourg / Paris

Non dubito che le lettrici e i lettori conoscano esattamente la storia di Adamo ed Eva.
Nonostante ciò c’è un episodio che essi ignorano certamente. Lo voglio, quindi, narrare esattamente come me l’hanno raccontato.
Adamo ed Eva avevano mangiato la famosa mela. Il Signore, corrucciato, stava per cacciarli dal Paradiso. Si preparavano a lasciarlo, allorquando Adamo osò formulare una preghiera: “Signore”, gli disse, “dimostra che Tu non sei solamente un Dio di Giustizia, ma anche un Dio di Bontà. Scegli fra le tue creature una che sia per noi un compagno. Così noi non saremo completamente soli”.
Anche Eva venne in soccorso ad Adamo e alzò gli occhi, pieni di lacrime verso il Padre Celeste, in muta preghiera. Il Buon Dio non restò insensibile al fascino della Sua ultima Creatura.
Con un gesto pensieroso accarezzò con la mano la Sua lunga barba. “E sia”, disse infine, “ciò che donna vuole, Dio vuole” (ed è da questo momento che esiste questo proverbio), “Vi sceglierò un compagno”.
Egli fece udire un leggero fischio, cosicché tutte le Sue creature del quinto e sesto giorno si misero in semicerchio attorno a Lui, ed Egli espose loro il Suo desiderio. Quindi si levò un clamore formidabile; da ogni parte si sentirono squittii, nitriti, miagolii e fischi. “Uno dopo l’altro”, disse il Buon Dio imponendo il silenziò, “altrimenti non si comprende nessuna parola!”.
La famiglia dei pesci dichiarò che non sarebbe entrata in questione perché essa aveva bisogno dell’acqua e, di conseguenza, le sarebbe stato impossibile seguire l’uomo. Gli uccelli affermarono di aver bisogno dello spazio, dell’infinto del cielo per lanciarsi nell’aria e prendere il volo.
Brevemente ogni specie avanzò degli altri pretesti per giustificare che era impossibile per loro essere i compagni dell’uomo.
Nessuno voleva lasciare il Paradiso. In nessun luogo l’acqua era così limpida e pura, il cielo così chiaro, così blu, così terso, i pascoli così profumati e verdeggianti. Un ruscello di latte cremoso si offriva a chi voleva dissetarsi a piacimento. La frutta era d’una grandezza e d’un sapore senza pari. Perbacco! Bisognava essere veramente stupidi per lasciare tutte queste ricchezze.
Vedendo che questa situazione non portava a nessuna soluzione, il Signore si rivolse direttamente al leone. Questo batteva nervosamente il terreno con la punta della coda. Ruotava gli occhi terribili ed arruffava la criniera.”Come, tuonò con voce stentorea, io devo servire l’uomo?” L’uomo che Ti ha offeso e che Tu hai bandito dal Paradiso?” Giammai! Da ora sono e resto il suo nemico giurato”.
Per dare maggior sicurezza al suo dire il leone diede il suo primo ruggito. A sentirlo gli altri animali tremarono di paura e, a partire da questo momento, il leone fu formalmente riconosciuto come il re degli animali. In quei tempi lontani era com’è oggi: colui che grida più forte ha sempre ragione.
Il Signore si rivolse in seguito all’asino: “Tu, sempliciotto, potrai seguire l’uomo”. Ma egli scosse la testa con un’aria scocciata senza proferire alcuna parola. Dopo essersi rivolto ancora a parecchi animali e senza arrivare ad alcun risultato, al limite della pazienza, il Signore gridò: “Volontari, un passo avanti!”
Regnò un momento di silenzio, poi dal rango della specie canina si fece avanti un cane di taglia media.
A vederlo gli altri animali schiattarono a ridere. Soprattutto un grosso gatto non smise di ridere, di insultarlo, di coprirlo di ingiurie. Il cane lo vide benissimo e ne ebbe vivo rancore. “Aspetta gattaccio”, pensò, “riderà bene chi riderà ultimo.
Quando se ne presenterà l’occasione con te regolerò il conto”. (Ecco perché il boxer è ancora oggi un nemico giurato del gatto).
Con un gesto il Buon Dio impose il silenzio. Poi si rivolse al cane e gli disse: “Tanta abnegazione, tanto coraggio e tanta bontà meritano una ricompensa. Malgrado la tua taglia media tu sarai dotato di una forza straordinaria, tu sarai terribile nella lotta; il tuo coraggio sarà come quello del leone, tu difenderai il tuo padrone al prezzo della tua vita. Ma sotto il tuo aspetto burbero batterà un cuore buono e fedele. Tutti i tuoi discendenti erediteranno le tue qualità e così sarà fino alla fine del mondo. "Boxer sarà il tuo nome”.
Pertanto Adamo ed Eva accompagnati dal loro fedele amico lasciarono il giardino dell’Eden per sempre. Dietro a loro la porta si chiuse ed un cherubino brandì una spada fiammeggiante.
Alcune volte l’uomo e la donna si girarono per vedere ancora questo luogo meraviglioso. Presto esso scomparì ai loro occhi; il boxer non si voltò mai indietro.
Dritto, col suo passo cadenzato, seguì i suoi padroni verso l’incognito.
E fu così fino ai nostri tempi e secondo la promessa del Creatore, il Boxer è rimasto il compagno ideale e fedele dell’uomo.

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